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Fabio Fabiani

Fabio Fabiani

Fabiani, born in Spoleto, Italy, in 1981, graduated with the highest grades and honors from the Facoltà di Architettura “Valle Giulia” at the Sapienza Università di Roma with the Professor of Architecture Franco Purini.


His work consists of projects, national and international competitions for ideas and design, and of architectural design. He has experience as a Designer and Coordinator both in the construction management for the interventions of reconstruction of buildings damaged by the earthquake.


He has mastered digital drawing in order to create images of artistic value and for project presentations with photorealistic renderings. Since 2013, he has coordinated cultural events related to the world of architecture with the cultural association OFARCH of which he is a founding member. From 2015 to 2017, he was coordinator of the Casa dell’Architettura in Spoleto curating exhibitions, catalogs, and events related to architecture, urban planning, visual art, and artistic installations.


His drawings have been exhibited at the MACRO ASILO, Rome, Italy; Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto, Italy; Palazzo Lucarini Contemporary Trevi, Italy; and at the Carispo Spoleto Foundation. Since 2020, he is part of the Direzione Ricostruzione Sisma 2016 of the Comune di Spoleto.

Fabio Fabiani

Fabiani, nato a Spoleto nel 1981, si laurea con il massimo dei voti e la lode alla Facoltà di Architettura “Valle Giulia,” alla Sapienza Università di Roma con il Professore di Architettura Franco Purini.


Il suo lavoro consiste in progetti, concorsi nazionali ed internazionali per idee e progettazione, e nel disegno architettonico. Lui ha esperienza di Progettista e di Coordinatore sia nella fase di progettazione che della direzione dei lavori per gli interventi di ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma.


Lui ha padronanza del disegno digitale al fine di creare immagini dal valore artistico e per presentazioni di progetti con rendering fotorealistici. Dal 2013 coordina eventi culturali legati al mondo dell’architettura con l’associazione culturale OFARCH di cui è socio fondatore. Dal 2015 al 2017, lui è stato coordinatore della Casa dell’Architettura di Spoleto curando mostre, cataloghi, ed eventi legati all’architettura, all’urbanistica, all’arte visiva, e installazioni artistiche.


I suoi disegni sono stati esposti al MACRO ASILO di Roma, Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto, Palazzo Lucarini Contemporay Trevi, e alla Fondazione Carispo Spoleto. Dal 2020, lui è componente della Direzione Ricostruzione Sisma 2016 del Comune di Spoleto.

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This Is a Story of Suspended Time


The two drawings, realized with a digital airbrush, seek to decompose the whole space of Venice, Italy,  through the “limits” that contain it: the vertical boundary represented by the columns of Piazza San Marco with San Teodoro and the Leone Alato, and the horizontal limit, the waters of the Canal Grande.


There is no space without limit and by altering the latter, the Leone Alato, it moves to seek its next home again, from where it can look at the city and observe the flux of time.


The utopia of the encounter on water takes shape, steps that one needs to compose, persons who one needs to find again, new bridges to be realized. The Leone Alato, a symbol of change, lands on a ground that was inaccessible; spaces which were not possible now advance to be included.


The lion’s eye is the new perspective from which to watch the city. Meeting one another above water, admiring  the space, feeling oneself changing inside.


It is the new life, that of the suspension which happens day and night, in black and white.

In_contro

Questo È un Racconto del Tempo Sospeso


I due disegni, realizzati con aerografo digitale, cercano di scomporre lo spazio unico di Venezia attraverso i “limiti” che lo contengono: il limite verticale rappresentato dalle colonne di Piazza San Marco con San Teodoro e il Leone Alato, e il limite orizzontale, l’acqua del Canal Grande.


Non esiste spazio senza limite e alterando quest’ultimo, Il Leone Alato, si muove per cercare di nuovo la sua casa, da dove poter guardare la città e osservare il flusso del tempo.


Prende corpo l’utopia dell’incontro sull’acqua, gradini che si devono comporre, persone che si devono ritrovare, nuovi ponti da realizzare. Il Leone Alato, simbolo del cambiamento, approda su un terreno che era inaccessibile; spazi che non erano possibili ora avanzano per essere compresi.


L’occhio del leone è la nuova prospettiva dalla quale guardare la città. Incontrarsi sopra l’acqua, ammirare lo spazio, sentirsi cambiare dentro.


È la nuova vita, quella della sospensione che avviene di giorno e di notte, in bianco e in nero.

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