Martina D’Alessandro
Martina D’Alessandro
D’Alessandro, after graduation in architecture from the Facoltà di Architettura Aldo Rossi of Cesena, Italy, founded her own studio, Martina D’Alessandro Architecture, based in Forlì, Italy. To the profession of architect, she paired an intense research activity by attending the Itinerant Master Degree in architecture, archaeology, and museography (2007) and achieving a Ph.D. in architectural composition (2008-2011) in Bologna, Italy. Author of essays and publications, she has participated as a speaker at numerous international conferences. She continues her scientific activity with ongoing research about the areas affected by the earthquake (2014) in Emilia, Italy, and with engagement in international competitions. She has performed academic activities, since 2011, as Adjunct Professor at the architecture department of the Università di Bologna, Italy, with courses in composition and urban planning and distributive features of buildings, developing a research on themes of contemporary dwelling in relation to urban form. The rapports between the place, the history, and the traditions of land are components that nourish her architecture.
Martina D’Alessandro
D’Alessandro, dopo la Laurea in Architettura conseguita presso la Facoltà di Architettura Aldo Rossi di Cesena, fonda il suo studio, Martina D’Alessandro Architettura, con sede a Forlì. Al mestiere di architetta affianca un’intensa attività di ricerca frequentando il Master Itinerante in Architettura Archeologia, e Museografia (2007) e conseguendo il Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica a Bologna (2008-2011). Autrice di saggi e pubblicazioni, ha partecipato come relatore a numerosi convegni internazionali. Continua la sua attività scientifica con una ricerca sulle aree colpite dal terremoto in Emilia (2014) e con la partecipazione a concorsi internazionali di architettura. Svolge attività accademica, dal 2011, come Professore a Contratto presso il dipartimento di architettura dell’Università di Bologna con corsi di composizione e progettazione urbana e caratteri distributivi degli edifici, sviluppando una ricerca sui temi dell’abitare contemporaneo in rapporto alla forma della città. Le relazioni tra il luogo, la storia, e le tradizioni del territorio sono componenti che nutrono le sue architetture.
Dwelling Venice (?)
Archetype and Utopia
“Venice, the first anti-Euclidean city and thus a model of a city that has more future ahead of it. […] You more and more often see the Venetian model appear in plans for the cities of the future. […] Water will always have a greater place in city life: in the period of transition, we are about to go through, in which many cities will have to be abandoned or rebuilt from top to bottom, Venice, which did not go through the brief phase of human history in which it was thought that the future was of the motor car (only about 80 years,) will be the city most able to overcome the crisis and indicate new developments from its experience. […] The world will fill up with Venices, […] navigable channels, roads, and canals for hovercraft, underground, underwater, or elevated railways... It is in this frame that the future of Venice must be seen. Considering it in its historic-artistic fascination is to grasp only one aspect, illustrious, but restricted. The strength with which Venice acts on the imagination is that of a living archetype that looks onto utopia.”¹
(Italo Calvino)
¹ Calvino, Italo. “Archetype and Utopia of the Aquatic City. Conversation with Italo Calvino by Ivo Prandin.” Venice Review. (Il Gazzettino, 9 April 1968, 2014), accessed September 1, 2021, https://venicereview.it/articles/italo-calvino/.
Abitare Venezia (?)
Archetipo e Utopia
In collaborazione con Federica Bondi e Cecilia Carrioli
“Venezia, prima città antieuclidea e perciò modello di città che ha davanti a sé più avvenire. […] Nei progetti delle metropoli del futuro, si vede sempre più spesso apparire il modello veneziano. […] L’acqua avrà sempre più posto nella civiltà metropolitana: nel periodo di trapasso che stiamo per vivere, in cui tante città dovranno essere abbandonate o ricostruite da cima a fondo, Venezia, che non è passata attraverso la breve fase della storia umana in cui si credeva che l’avvenire fosse dell’automobile (un’ottantina d’anni soltanto) sarà la città meglio in grado di superare la crisi e di indicare con la propria esperienza nuovi sviluppi. […] Il mondo si riempirà di Venezie, […] canali navigabili, vie e canali per veicoli a cuscino d’aria, strade ferrate sotterranee o subacquee o sopraelevate… È in questo quadro che va visto il futuro di Venezia. Considerarla nel suo fascino storico-artistico è cogliere soltanto un aspetto, illustre ma limitato. La forza con cui Venezia agisce sulla immaginazione è quella di un archetipo vivente che si affaccia sull’utopia.”¹
(Italo Calvino)
¹ Calvino, Italo. “Archetipo e Utopia Della Città Acquatica. Conversazione Con Italo Calvino Di Ivo Prandin.” Venice Review. (Il Gazzettino, 9 April 1968, 2014), ultimo accesso settembre 1, 2021, https://venicereview.it/articoli/italo-calvino-it-it/.